Normativa
EPR: obiettivi sempre più sfidanti per il tessile italiano
Il regolamento EPR per il tessile italiano è in fase di elaborazione. Mentre il Ministero fissa dei target sempre più ambiziosi e sfidanti, gli stakeholder contribuiscono alla stesura della bozza. Ecco cosa prevede e quali sono i punti più significativi.
Il Ministero dell’ambiente sta dando forma al regolamento sulla responsabilità estesa dei produttori di prodotti tessili. Un compito impegnativo che dovrà conciliare le esigenze della filiera con gli obiettivi ambientali, sempre più ambiziosi per quel che riguarda riuso e riciclo.
Il regolamento EPR del tessile in discussione fissa dei target di preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero. Non si parla di raccolta ma delle operazioni su quanto raccolto. Il che può apparire problematico, considerando che la normativa europea obbliga gli Stati a garantire che la raccolta differenziata dei tessili non vada all’inceneritore o alla discarica.
Secondo i dati 2021 della Commissione europea, in media il 38% dei tessili usati viene raccolto separatamente nell'Unione ma con grandi differenze: in Spagna la raccolta si ferma al 12%, mentre in Germania si arriva al 60%. In questa situazione non omogenea si inserisce l’obbligo di raccolta differenziata del 100% dei rifiuti tessili al 2025. Una sfida impegnativa per la filiera che cambia anche il mercato, visto che dovranno essere raccolti anche i tessili di poco o nullo valore.
Il legislatore italiano ha usato lo stesso linguaggio di quello europeo, che in genere non parla di obiettivi di raccolta dei rifiuti ma di target di preparazione per il riutilizzo e riciclo. Il settore tessile però – è bene ricordarlo – presenta ancora grandi criticità di raccolta rispetto ad altre filiere, come per esempio quella degli imballaggi.
Un altro aspetto importante del futuro regolamento è la spinta all’eco-progettazione dei tessili, che dovrà necessariamente confrontarsi con le future regole europee sull’ecodesign, che non costituiranno un mero “invito” ma saranno obbligatorie. In poche parole il regolamento EPR italiano dovrà tenere conto dell’evoluzione europea sull’ecodesign, come suggeriscono anche i commenti alla bozza ministeriale fatti da Retex.Green. Anche l’etichettatura digitale dei prodotti tessili proposta dal regolamento dovrà allinearsi col passaporto digitale dei prodotti previsto dal regolamento europeo sull’ecodesign che arriverà nel 2024.
L’altra grande sfida è la possibilità per il consumatore di consegnare i rifiuti tessili direttamente presso i punti vendita quando acquista un capo della stessa specie. Si tratta del cosiddetto “uno contro uno” che comporta vari problemi organizzativi ed economici in funzione della diversa conformazione dei punti vendita. Senza contare il fatto che anche per i rivenditori online dovranno essere stabilite regole analoghe.
Infine va evidenziato che per l’entrata in vigore del futuro regolamento italiano EPR per il tessile si dovrà attendere l’approvazione della proposta di direttiva sui rifiuti lanciata dalla Commissione europea il 5 luglio 2023 (di cui diamo conto in un’altra news della presente newsletter), che prevede un regime di responsabilità estesa del produttore dei tessili armonizzato in tutta Europa.
di Francesco Petrucci