I 15 progetti di circolarità di Retex.Green

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I 15 progetti di circolarità di Retex.Green

Intervista a Massimiliano Marin, Responsabile Sviluppo Raccolta, sui nuovi progetti del Consorzio per il riciclo degli scarti industriali.

Retex.Green sta portando avanti 15 progetti per recuperare e rimettere in circolo gli scarti di produzione tessile delle aziende. Dal riciclo fibra a fibra all’iniziativa di “close loop” per coinvolgere i soci nella produzione del nuovo filato. Ne parliamo con Massimiliano Marin, Responsabile Sviluppo Raccolta.

Retex.Green ha all’attivo e in fase di avvio 15 progetti per il riciclo dei rifiuti tessili industriali. Si tratta di progetti pre-consumo, cioè focalizzati sugli scarti ottenuti dalla fase di produzione delle aziende, che andranno a interessare circa 2.000 tonnellate annue di rifiuti. Un recupero importante il cui obiettivo è il riciclo della fibra.
In pentola sembrano bollire interessanti novità, come per esempio il progetto chiamato di “close loop”, che permetterà ai soci consorziati di cedere gli scarti per vederli trasformati in nuovo filato da riacquistare. Per l’occasione, inoltre, il Consorzio ha pensato a un nuovo disciplinare ad hoc per gli operatori (trasportatori, centri di stoccaggio, impianti di trattamento rifiuti).
Una filiera virtuosa, altamente qualificata e completamente tracciata di riciclo. Ne abbiamo parlato con Massimiliano Marin, Responsabile Sviluppo Raccolta del Consorzio.

Partiamo dalle basi: perché la gestione ottimizzata dei rifiuti provenienti dal sistema moda in un’ottica circolare e sostenibile è così importante?
Una gestione ottimizzata si realizza con il coordinamento e il controllo della filiera che attraverso processi di riuso e riciclo efficienti ed efficaci permette di ridurre l’impatto ambientale del settore tessile nazionale. Il primo passo in questa direzione è la valorizzazione dei prodotti tessili a fine vita e degli scarti generati dai relativi processi produttivi.
Retex.Green è la “casa dei produttori” e si propone come principale operatore nazionale in grado di trainare la filiera tessile verso un futuro più sostenibile.

Come è strutturato il riciclo degli scarti in questi nuovi progetti? Qual è la destinazione finale del materiale riciclato?
I progetti attualmente attivi andranno a gestire circa 2.000 tonnellate annue di scarti tessili pre-consumo. Gli elementi che determinano la qualità del prodotto finale del processo di riciclo sono il processo produttivo che ha generatolo lo scarto, la sua struttura, la sua composizione in fibra e il suo colore.
Le destinazioni finali del materiale riciclato sono diverse e le possiamo raggruppare in due macro aggregati: i processi da fibra a fibra che riportano uno scarto tessile alla fibra originaria; le ovatte, che sono prodotti generalmente non tessuti, le cui applicazioni variano dalle imbottiture per l’arredamento a pannelli per edilizia e automotive.

Esistono degli scarti più “complessi” da riciclare? Se sì, come individuate le best practice per il trattamento di questi scarti?
Gli scarti generalmente più complessi da riciclare sono i compositi multifibra di origine diversa (naturale e sintetica), le best practice per il trattamento di queste fattispecie sono ad oggi oggetto di progetti di ricerca e sviluppo. Retex.Green con la sua partecipazione a ReHubs Europe, iniziativa Europea sullo sviluppo di soluzioni per introdurre nuove tecnologie di riciclo, si propone come key player per le aziende che vogliono seguire un percorso di sostenibilità e innovazione nel riciclo di materiali complessi.

Come funziona il progetto di Close Loop? Quali sono gli obiettivi?
Il Close Loop, o ciclo chiuso, si concretizza nella progettazione e realizzazione di un ciclo virtuoso attraverso il quale lo scarto di un’azienda tessile viene valorizzato attraverso dei processi dedicati di riciclo. Viene cosi creato un nuovo prodotto che può essere di nuovo immesso nel ciclo produttivo dell’azienda che ha generato lo scarto stesso.
Obiettivo principale del Close Loop è il risparmio dell’utilizzo di materie prime vergini, attraverso il riciclo e riutilizzo di scarti di produzione.

Ci piacerebbe saperne di più sul disciplinare creato ad hoc in funzione dell’operatore e sul metodo di tracciamento della filiera.
Il nostro disciplinare prevede un complesso e sistematico processo di qualificazione dei fornitori condotto da funzioni segregate e indipendenti e lo svolgimento di audit di terza parte con una periodicità definita in base a una valutazione di rischio del singolo fornitore e cadenza massima annuale. Gli ambiti di analisi sono: legale e societario, reputazionale, autorizzativo e ambientale, gestione dei rifiuti e tracciabilità, salute sicurezza e regolarità dei rapporti di lavoro, controllo della filiera a valle fino al riciclatore finale.
Il metodo di tracciamento prevede un sistema gestionale dedicato alla tracciabilità degli scarti che, attraverso la sistematica registrazione di ogni passaggio, garantisce il completo monitoraggio dei flussi lungo la nostra filiera del riciclo. Il tutto poi viene documentato da un report che viene inviato al produttore dello scarto, il quale lo potrà utilizzare ai fini di studi Life Cycle Assessment e/o Carbon Footprint.

di Redazione