Normativa
Il tessile protagonista della sfida circolare
Il Parlamento europeo vuole nuovi obiettivi di riciclo e riuso dei rifiuti tessili.
Tra il 2023 e il 2024 il settore tessile sarà attraversato da diverse novità normative che riguarderanno non solo la gestione dei rifiuti, ma anche la progettazione dei prodotti. Un quadro di obblighi e responsabilità che rende necessario un nuovo coordinamento delle imprese del settore.
A fine aprile 2023 i parlamentari europei della Commissione ambiente hanno chiesto alla Commissione europea di modificare la direttiva europea sui rifiuti introducendo obiettivi obbligatori di riuso e riciclo dei rifiuti tessili, oltre che un limite allo smaltimento in discarica.
Le misure previste dalla direttiva sui rifiuti del 2018 non sono più sufficienti. L’obbligo di effettuare la raccolta differenziata di tutti i rifiuti tessili, che in Europa scatterà nel 2025 e che in Italia è già in vigore dal 1° gennaio 2022, non basta più. Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia europea per l’ambiente nell’Unione europea, infatti, solo il 38% dei tessili viene raccolto separatamente e con grandi differenze: dal 12% della Spagna al 60% della Germania. A breve, gli Stati dovranno assicurare che la raccolta differenziata tessile non vada né all’inceneritore né alla discarica.
Le nuove regole sui rifiuti arriveranno forse a fine 2024, ma la strada è già tracciata da tempo. Fin dal 2020, infatti, nel Piano d’azione per l’economia circolare la Commissione europea aveva dimostrato un’attenzione particolare per la filiera del tessile, settore che più di altri aveva bisogno di aiuto per la transizione ecologica e circolare.
Nel marzo 2022, con la “Strategia per i prodotti tessili sostenibili e circolari”, la Commissione europea si era data un obiettivo: nel 2030 i prodotti tessili immessi sul mercato dovranno essere riciclabili e di lunga durata, realizzati il più possibile con fibre riciclate, privi di sostanze pericolose e prodotti nel rispetto dei diritti sociali e dell'ambiente.
In questo quadro di azioni politico-economiche si inserisce la normativa che impegna produttori e distributori. Oltre alle nuove regole sui rifiuti con obiettivi vincolanti di riuso, preparazione per il riuso e riciclo, nel 2024 è probabile che verrà approvato un regolamento europeo (quindi direttamente applicabile senza bisogno di essere recepito dagli Stati) sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti che riguarderà anche i prodotti tessili, così come è già avvenuto per la progettazione “green” degli elettrodomestici.
La Commissione europea ha intenzione di elaborare specifiche vincolanti di progettazione ecocompatibile per prodotto per incrementare le prestazioni dei tessili in termini di durabilità, riutilizzabilità, riparabilità, riciclabilità a ciclo chiuso (tessile per tessile) e contenuto obbligatorio di fibre riciclate. Il tutto per ridurre il consumo di acqua ed energia in fase di produzione e per limitare l’uso di sostanze pericolose per l’ambiente e la salute. Nelle regole di “ecodesign” potrebbe inoltre essere inserito anche il divieto di distruzione di prodotti invenduti o resi.
A completamento del quadro, con decisione del 9 dicembre 2022 è stata approvata la revisione delle norme sulle emissioni dell’industria tessile, le cosiddette “migliori tecniche disponibili” che porteranno alla revisione delle autorizzazioni degli impianti industriali per il pretrattamento (lavaggio, candeggio, mercerizzazione) o per la tintura di fibre o tessili.
di Francesco Petrucci